Ieri riflettevo su questo libretto in altri termini. Oggi lo riprendo per annotare che questa edizione Adelphi di due racconti (Storia di una caduta e Legittimo sospetto) di Zweig andrebbe inserita da ogni insegnante di letteratura nel proprio programma come esempio del “saper scrivere”.

Tanto il primo racconto è svolto da Zweig in uno stile romantico, diciamo tedesco per intenderci, quanto il secondo è inglese, piano, tranquillo, leggero, le frasi si allungano e l’aggettivazione si fa comica, buffa.

La ragione di questa diversità di stili ovviamente (ovviamente per chi ne è capace) sta nello stato psichico delle due protagoniste che parlano in entrambi i racconti narrano la propria storia in prima persona.

Storia di una caduta, il primo, è il racconto dell’ultimo anno di vita di Madame de Prie, amante dell’ex primo ministro di Francia, esiliata da corte a causa di oscure trame e piena di rancore, risentimento, rabbia, delusione, depressione, che al termine del suo primo anno di esilio decide di suicidarsi con l’illusione di effettuare così il suo ultimo colpo di teatro.

Legittimo sospetto, il secondo, è il racconto di quanto accadde ad una povera famiglia, che premiati da una bella bambina dopo una lunga attesa, la perdono per un incidente (forse) durante il quale la piccola annega.

In entrambi i casi, si vede, l’argomento poteva essere svolto con toni analoghi, trattandosi comunque di tragedie esistenziali.

Ma dato che, come detto, entrambi sono scritti in prima persona dalle protagoniste, per questo il linguaggio, lo stile, i vocaboli, le similitudini non potevano essere simili nell’uno e nell’altro caso.

La depressione di Madame de Prie porta, come dicevo, a frasi corte, una aggettivazione cupa, un parafrasare ricorrente, intenso ed ellittico.

L’anzianità e la tranquillità della signora inglese, narratrice delle vicende del secondo racconto, invece, non può che essere espressa, nonostante l’argomento, che con leggerezza, ironia, distanza.

Se non ci conoscesse la grandezza di Zweig si sarebbe tentati di credere che i due racconti in realtà siano stati scritti da mani diverse, ma così non è: la capacità di cogliere e riprodurre le espressioni e il linguaggio dei vari protagonisti è propria dei grandi e non c’è dubbio che Zweig lo sia. Per questo gli insegnanti dovrebbero inserirlo nei propri programmi, perché in sole 126 pagine in formato tascabile si ha un agile prontuario di come uno scrittore deve affrontare la questione.

Da leggere.

ps: cercando una immagine con cui accompagnare queste brevi righe incappo nelle diverse espressioni con cui Zweig si fece ritrarre. Semmai ritratti danno una idea precisa del personaggio, questo mi pare capiti qui in questo caso. Per questa ragione ne allego una galleria.