Ci sono due attività del fare pittura che mi piacciono particolarmente: la preparazione della tela e, a fine sessione, la pulizia dei pennelli, delle ciotole e degli attrezzi in genere.
Sono attività che al contrario del dipingere in sè hanno una propria musica. Il rumore costante e ritmico del pennello che scivola sulla tela preparandola. L’acqua che scorre tiepida a lavare.
L’una è l’inizio della giornata o della sessione. L’altra, che pure sembra la fine, è l’inizio della nuova sessione.
A scuola l’insegnante magnificava la pittura come la più intellettuale delle arti, pulita per sua essenza, confrontandola, continuava, con la scultura, a suo dire tutta fatica, sudore, sporcizia. Aveva largamente torto. Ma la preparazione e la pulizia finale, quelle si che sono attività che si svolgono nella più perfetta pulizia mentale. È un esercizio, il loro, simile in questo alle arti orientali.
Amo la pittura anche per questo.
