Qualche giorno il Corriere della Sera a pagina 34 (edizione del 7 gennaio) a firma di Vincenzo Trione ha pubblicato il resoconto di una discussione, si dice, avuta con il Professor Storr, preside della School of Arts dell’università di Yale e mentore di tanti artisti, nonché, in passato, direttore della Mostra di Venezia.
Ebbene, Storr si fa paladino di un’arte “seria”, un’arte che non insegua le mode, ma fatti di passi rallentati e di introspezioni prolungate.
Dunque, continua, “non Hirst o Cattelan, ma Richter, la Bourgeois, Nauman, Johns, Ryman. E poi Anselmo, Gonzales-Torres, l’Abamovic”.
Rallentare, fermarsi a guardare le proprie opere mentre le si fa, mentre escono, mentre sono in fieri e continuare a chiedersi cosa e perché si sta facendo quel che si fa, continuare a chiedersi se quel tono è quello giusto, se quel movimento è proprio quello che si voleva, se quel che si sta producendo riflette con esattezza il sentimento e l’idea che si stava cercando.
Come non essere d’accordo?
E allora proprio perché d’accordo a mia e vostra, miei pochi lettori, memoria propongo una galleria degli artisti citati.
Devo dire che la scoperta più sensazionale tra costoro riguarda Richter, tedesco di curiosità vasta tanto quanto la propria capacità realizzativa. Veramente impressionante o, come dicono gli anglosassoni, really impressive.
no! no! io voglio un’arte che mi faccia ridere, la televisione è invedibile, il cabaret è televisivo, quando sono di cattivo umore, cosa c’è di meglio che pensare a quella stanza del castello di Rivoli, con un diligente scolaro seduto davanti al suo banco davanti l’ampia finestra, e poi scoprire le belle appuntite matite, che lo rendono si ligio al dovere?
I chirurghi e la classe dirigente dovrebbero pensare ed essere seri, gli artisti no! che poi si deprimono e fanno le stupidaggini e si tagliano le orecchie!
come non dicevano a woodstock: NO BRAIN! NO BRAIN!
la fantasia al potere, si diceva nel 1968, ma per avere fantasia bisogna avere cervello e farlo lavorare con serietà. confondi l’opera con l’atteggiamento per ottenerla. è noto come i clown siano, di solito, tra le persone più serie. Mantentere il proprio lato fanciullesco e giocoso richiede serietà. se no si è giullari e di giullari è fin troppo pieno il mondo
l’immaginazione al potere si diceva nel 68! non la fantasia, la fantasia non può andare al potere! sarebbe terribile, d’altronde basta pensare alla politica italiana, tanta fantasia e poca immaginazione.
questo tuo lapsus mi permetterebbe lunghissime spatanfiate, ma in realtà io volevo solo difendere cattelan e hirst che mi divertono molto, e mi provocano quella bizzarra sensazione di qualcuno che mi stia dando una grattatina alla parte superiore del cervello, non dico che mi emozionino, quello no, però son contento che esistano.
come sai io sono per il pennello, ma anche questo temo sarebbe un laspus fruediano…