un collega a proposito dell’arte moderna, che dice di non capire, quando io lo invito ad osservare la qualità di un’opera, oppone che secondo lui nell’arte contemporanea vale solo “l’idea”.
ricordo bambino quando dicevo a mio padre osservando un quadro di Picasso: e che ci vuole? lo sapevo fare anche io! e lui rispondeva, lui, l’ingegnere: l’importante è l’idea, è averla per primo.
e io mi figuravo l’arte come una specie di gara di atletica, dove molti corrono, ma uno solo arriva primo e la cui unica qualità vera stava proprio in quello: essere arrivati “uno”.
è così?
o non è piuttosto lavoro che piano s’addensa e sgruma profondità progressive fino a distillare, a scovare ciò che tutti noi pittori consciamente o inconsciamente cerchiamo e cacciamo: l’immagine?
L’idea è chiaramente fondamentale ma rimane mozza se non la si riesce ad esprimere compiutamente. Il “mestiere” cinge e governa l’intenzione in un’armonia di gesti, segni e colori, non può essere altrimenti. Tante idee considerate attuali hanno fatto assurgere al rango di artista dei provocatori mediocri supportati dall’evento mediatico. Ma di arte non si può parlare. Pienamente daccordo sulla tua ultima considerazione. Rosario Ciotto
Armonia, il termine che tu usi, ovviamente connota già una certa idea di arte, nella quale io personalmente mi ritrovo perfettamente, anche se sono conscio che non possa essere il canone unico del fare artistico. da un certo punto di vista “armonia” era l’idea di Matisse, quando parlava di un’arte borghese, comoda. Ma in realtà è il riconoscimento che un quadro deve sapersi reggere, stare in piedi, avere una armonia tra le proprie parti, tale e tanta da potersi far riconoscere come individuo autonomo nel complesso mondo delle immagini. grazie per le tue parole. Sandro
Bello il tuo blog Rosario. ci tornerò. ciao e grazie