Da Nadia Bailo Piglia ho ricevuto questo breve resoconto.
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“Dove vai in vacanza?”
“Vado a Raro una settimana.”
Conversazione tra due cittadini neozelandesi in partenza per le Isole Cook, e piu’ precisamente per l’isola di Rarotonga, “Raro” per gli amici.
Abitata da Maori con la doppia cittadinanza delle Isole Cook e della Nuova Zelanda, a tre ore di aereo da Auckland, in direzione nord-est, nel bel mezzo del Pacifico, ecco una delle decantate isole dei Mari del Sud, presente in centinaia di bucket list, ovvero la lista di posti da vedere o cose da fare prima di schiattare (“kick the bucket” = dare un calcio al secchio, nell’immaginifica definizione inglese).
Rarotonga si rivela essere un’isola da sogno, ma famigliare: appena arrivati stupisce vedersi attraversare la strada da polli e galletti, per scoprire poi che questi ultimi, i galletti, imperversano ovunque dalle prime luci dell’alba.
I resort di gran lusso sono praticamente inesistenti; in compenso i piccoli villaggi di bungalow offrono tutte le comodità richieste per una vacanza completa. La connessione wi-fi e’ ondivaga e costosa, ma in teoria se ne dovrebbe fare a meno.
L’isola e’ doverosamente circondata dalla barriera corallina. Star seduti al tramonto in un bar sulla spiaggia, con un mega cocktail e un sigaro, senza parlare e fissando le onde che si rompono ipnoticamente al largo, è una delle esperienze fondamentali della vita.
Rarotonga la si gira in tre quarti d’ora. Esistono due bus, uno che gira in senso orario e uno in senso antiorario. Il mezzo di trasporto d’elezione sono pero’ le moto: sfrecciano pazzamente per ogni dove, guidate da turisti scriteriati e donne locali dai posteriori debordanti dai sellini.
C’è un negozio di articoli di seconda mano gestito dall’associazione protezione animali e un mercato di varia mercanzia una volta la settimana. Di solito quando c’è il mercato, piove. L’interno e’ in salita, nel mezzo del bush (bosco nativo), giudicato troppo stancante dalla dolce meta’ (abbondante) della scrivente.
Ad Aitutaki, un atollo poco distante da Raro, si va per sposarsi o in viaggio di nozze. Infrastrutture quasi zero, ma la laguna indimenticabile. E per un ricordo prezioso, c’e’ Tokerau Jim, un artista che crea gioielli di conchiglie e perle nere.