Molte volte ognuno di noi giunge ad un bivio. Deve prendere una decisione. O di qua o di là. E in tutte quelle volte ognuno di noi sente una parte di sé che consiglia, sotto voce o gridando, d’andare di là, mentre un’altra parte di noi consiglia, vuole e pretende invece che noi si vada di qua.
Due anime. O più anime.
Una che si ha l’impressione sia più reale, solida, sia più noi; l’altra (o le altre) più ballerina, eterea, dionisiaca, ma non per questo dall’odore e dal sapore meno consistente e duraturo.
Razionale/sentimentale.
Sensoriale/intellettiva.
Estroverso/introverso.
Riflessivo/impulsivo.
Induttivo/analitico.
Espansivo/introiettivo.
Quadrato/tondo.
Rigido/flessibile.
Rettiforme/curvilineo.
Ideologico/pragmatico.
Fattuale/onirico.
Prosaico/poetico.
A volte si ha l’impressione che l’una sia una invenzione dell’altra, fatta, costruita per ragioni e logiche e metodi misteriosi, che quasi questa seconda non esista di per sé, ma sia solo la prima vista allo specchio a contraris. Quasi che la costruzione interiore di un sé adulto comporti la presenza dentro di sé anche dell’altro da sé.
In ogni caso per chi guarda, per il pittore che osserva, entrambi esistono, ci sono, si toccano, almeno in alcuni momenti e con particolari brezze favorevoli. Entrambi, insomma, coesistono e quale vinca dipende dalle circostanze, dalle cose, dai fatti, dalle persone, dai cibi e dalle bevande, dai momenti della giornata, dalla luce delle e sulle cose.
Ed ecco i quadrati e i tondi, le galassie e i mondi, i contorni che ci sono e non ci sono, ma si mischiano, i colori freddi e quelli caldi, i complementari e gli opposti.