Di colpo un imprevisto silenzio
zittisce il mio consueto parlare.
Nessun suono smuove
onda sonora alcuna.
Notte ancor calda d’estate
che dura a morire si infila
dalle aperte finestre e a tratti
raggrinza la pelle in brividi
di umidità rappresa.
Parli di nuovo.
Rispondo.
Poi taci.
Anch’io di nuovo m’azzitto.
Parlan per noi gli sguardi
le mani e’ l gioco suntuoso
del reciproco sesso.
Ti apri, mi apro,
come golfo dal mare improvviso
come vasca d’acqua fumante
come braccia ch’accolgono l’amato tornato
come due amanti da troppo divisi.