dipingere un nudo, un nudo di donna, oggi cosa significa? come si fa?
quest’arte così diffusa nell’antichità (quando, è evidente, i pittori erano chiamati anche a funzioni sociali oggi meglio svolte e rappresentate da altri con altri mezzi e maniere), nella seconda metà del novecento è stata trascurata da quasi tutti i grandi e coltivata solo da alcuni minori, spesso in versione cripto colonialista (odalische in primis).
Solo Lucien Freud, mancato di recente, ci ha lavorato parecchio, sia sul maschile che sul femminile, trasformando i corpi e i volti in paesaggi, scavando con grigi e terre e biacca la materia fino a restituire il volume, la massa e la tristezza della carne.
Oggi alcuni ritornano al classicismo. (tra questi segnalo l’ottimo Francesco Bortolotti)
Altri irriverenti tentano di far gli spiritosi con citazioni e rimandi.
In questi ultimi quasi sempre il nudo manca, nel senso che manca la fantasia, la luce, l’erotismo, la vivezza, l’allegria, il senso d’abbandono e di serenità che un nudo femminile normalmente provoca.
ci sto provando. con quali risultati non so.
Gentilisimo Sandro, mi scuso per la risposta estremamente tardiva. Per varie ragioni la mia attività di pittore e blogger è pressoché ferma attualmente e da parecchio non “mettevo piede” da queste parti. La ringrazio sentitamente del Suo apprezzamento e della Sua citazione nel Suo interessantissimo blog, che mi appresterò ad esplorare con più calma e attenzione quanto prima.
Quanto a questo post, mi può spiegare la frase “nell’antichità (quando, è evidente, i pittori erano chiamati anche a funzioni sociali oggi meglio svolte e rappresentate da altri con altri mezzi e maniere)”?
Grazie
Ricambio la Sua stima e spero in futuri proficui interscambi.
Francesco