Ieri sera profittando della generosità del mio amico Pitti, sono stato a vedere in anteprima la mostra a palazzo reale sulla collezione Netter.
Ben fatta. Ben documentata.
Un paio di annotazioni, di colore e di pittura.
La prima di colore: avere come guida un signore che invece di parlare dei quadri parla sempre e soltanto dei casi privati degli artisti soddisfa abbondantemente la fame di gossip di alcuni e lascia assolutamente insoddisfatti coloro i quali erano lì a vedere quadri.
La seconda sempre di colore: avere quattrini da spendere e inventarsi collezionisti d’arte è un buon modo, relativamente facile e sicuro, per tramandare il proprio nome ai posteri. Gli artisti ci mettono una vita di sforzi e spesso falliscono. I collezionisti, se resistono alla voglia di vendere tutto, alla fine ce la fanno abbastanza facilmente.
Le altre di pittura.
Modigliani. Figure. Nudi. Ritratti. Un disegno orientale (e non africano) innestato saldamente nella tradizione pittorica occidentale. Le figure si costruiscono nell’uso della luce che fornisce ai visi e ai corpi quella solidità che il disegno essenziale e fanciullesco toglie loro. Esse poi stanno su sfondi normalmente anonimi nel colore la cui stesura è tutta Tiziano o Bellini. Il risultato è ipnotico. Si osservano queste donne mai viste, bellissime nella loro stranezza e concretezza insieme, stranezza nei tratti da bimbe e concretezza nella luce.
Soutine. Pittore da me non particolarmente amato, come tutto il contemporaneo e successivo espressionismo tedesco. Devo ammettere che alcuni suoi quadri (i paesaggi) aprono la strada a molta pittura americana anni 60.
Derain. Un grande nello scoprire corpi, solidità e africa, accompagnando il fuoriclasse Picasso in questa esplorazione. La costruzione del quadro, le masse, ancòrano l’immagine al suolo e la rendono pesante e viva e presente.
Utrillo, anche questo pittore da me non amato, però, però i suoi cieli, la nitidezza dei colori veneziani a Parigi, la cura della stesura assolutamente compatta di quegli azzurri e grigi e celesti, ecco, quello fa riflettere. molto.
Bella mostra, quindi.