Ebbene sì: così come il mondo è diviso tra quelli che sanno piegare una cartina stradale e chi invece no, la stessa cosa avviene con Woody Allen: c’è chi lo ama alla follia e chi lo detesta. Bianco o nero. Ecco io sono bianco, o nero, non so. So solo che amo molto Woody Allen.
E’ vero: non sempre le ciambelle riescono col buco e alle volte Allen esagera con l’intellettualismo. Il film ambientato a Parigi ad esempio. O quello girato a Roma. Anche se il top dei top rimane Settembre. Una palla micidiale.
Fatto sta che la costanza nel seguirlo spesso regala gemme purissime di intelligenza e di scrittura. Questo capita all’ennesima potenza con Blue Jasmine.
Cosa capita alla moglie di Madoff (tanto per dire) dopo il crollo vergognoso del marito? E cosa prova una donna non più giovanissima impelagata nel dover tirare avanti con due figli piccoli e senza un marito? e l’una dell’altra? Cosa pensano l’una dell’altra, specie se sentono il dovere di volersi bene, essendo sorelle?
Woody Allen costruisce qui agli occhi maschili un “Ritratto di Signore in interni “assolutamente degno del suo illustre predecessore. Cate Blanchett è stratosferica. Bravissima e bellissima.
La psicologia femminile così intimamente pratica, così maledettamente e spesso fintamente insicura, ecco la psicologia femminile qui viene svolta e voltata e rivoltata con delicatezza e attenzione.
Quel che Woody Allen ricorda nella vicenda della ex miliardaria è quello che abbiamo vissuto spesso anche qui da noi in Italia. Donne conniventi con affari che fingono di non capire, rese cieche (?) dalla assoluta fede nel proprio uomo, anche al di là di ogni evidenza, che firmano e prestano fidejussioni e giuramenti fino a quando tutto va come deve andare, e che poi divengono le peggiori accusatrici del marito quando tutto crolla, quando il loro mondo viene messo in pericolo, quando lo stronzo le vuole lasciare.
Non è stato così che è nata l’inchiesta di Mani Pulite qui da noi? Mogli tradite che improvvisamente si ricordano d’essere oneste. Mazzette che volano dalla finestra. Confessioni di reati altrui.
Il senso di colpa che insegue e toglie il respiro. Il cupio dissolvi che annebbia razionalità e costringe alla insensatezza di tagliare il ramo su cui si è seduti e ancora, di più, ci spinge a mentire stupidamente rovinando col silenzio anche ciò che potrebbe – magari lottando – salvarci.
Questa è Jasmine, bellissima e disturbata. Sua sorella invece è la donna che pur di avere un uomo dimentica se stessa, dignità e pudore e gioca alla ragazzina e si finge innamorata oltre ogni possibile sdolcinatura, perché avere un compagno è essenziale, è vitale, chiunque egli sia, che strappi il telefono dal muro o che ti porti in un motel a ore. Non importa. L’amore è l’amore. Ci vuole un uomo in casa.
Ricordo una collega anni fa che sorridendo mi diceva lo stesso: per cambiare una lampadina, per aggiustare un armadio, ci vuole un uomo in casa, quasi che la tecnologia non avesse praticamente soppresso la necessità di forza fisica primaria, molle, tiranti, leve ci aiutano ormai ovunque e comunque, ma, ma ci vuole un uomo in casa.
Woody Allen non giudica. Descrive. Descrive i maschi stupidi e arroganti e le donne deboli e insicure.
Siamo tutti così? Fortunatamente no, ma Jasmine e sua sorella sì e di Jasmine e di sua sorella, soprattutto, ce ne sono tante.