I fratelli Coen ci hanno abituato bene, forse troppo, sempre, quasi sempre. Sta volta meno.
La storia fa fatica a stare in piedi e lascia con evidenza trasparire il vero scopo del film: rifare una scena per ciascun genere che sostenne l’industria cinematografica americana nel dopo guerra. Citazioni a non finire. Ironia, certo, ma molto sfumata e accomodante. Si ride poco. Forse si sorride di più, ma qui dipende dai gusti.
Il biglietto lo si sfrutta sul serio solo in una scena che capita a circa metà del primo tempo: gli Studios protagonisti del film stanno girando una vita di Gesù, vista con gli occhi di un generale romano. Per evitare ogni guaio con le diverse anime religiose dell’America il copione viene inviato con largo anticipo ai rappresentanti delle principali religioni, i quali poi si ritrovano a discuterne con direttore degli Studios: ecco quel dibattito vale il film.
Per il resto uno spettacolo che non annoia, ma neanche si fa ricordare. Così, così.