Si era nel 1987 quando Gassman, sessantacinquenne, inaugurò a Volterra uno spettacolo che fece poi girare in tutta Italia. Lo spettacolo era Poesia La Vita.
Non ebbi la fortuna di vederlo e forse se l’avessi visto non mi sarebbe piaciuto, data la pesantezza che in vecchiaia la recitazione del sommo Gassman aveva a tratti assunto. Ma l’idea e la forza del progetto è ancora intatta, vigorosa, sfidante, bella.
Nel corso dello spettacolo Gassman e un manipolo di attori recitavano 43 poesie di 37 autori diversi, da Brecht a Vallejo, da Queneau ad Alberti. Lingue e metriche diverse ad incorniciare un percorso che aveva l’ambizione di parlare di tutto a tutti: amore, morte, politica, figli, tutto.
In casa ho ritrovato il libretto che ne accompagnava le scene. In esso sono raccolte alcune delle poesie che costituivano il copione che doveva poi essere recitato. Qui raccolgo gli incipit di alcune di esse.
Poesia, sii sana e feconda…. (Ripellino)
Una poesia dev’essere palpabile e nuda (MacLeish)
Il piede del bimbo ancora non sa di essere piede (Neruda)
Mio figlio mi chiede: devo imparare la matematica? (Brecht)
Che aspettiamo raccolti nella piazza? (Kavafis)
La mia ragazza è alta, ha duri, lunghi sguardi (Cummings)
Dovunque i morti sono, là sono (Patchen)
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale (Montale)
Non troverai uscita. Sei dentro (Borges)
