“Azioni ed emozioni: il canto silenzioso dell’India” è una mostra di fotografie scattate da Roberto Cornetta durante i suoi numerosi viaggi in India. In particolare durante il suo ultimo a Varanasi.
1.
Gente che prega, gente che lavora,
gente che mangia, gente che si lava
gente che canta e pulisce verdure
gente che sorride e ti lascia passare
(in silenzio) verso il fiume tanto grande
da fingersi mare per accogliere
tutti, tutta la gente, me compreso
2.
Tutti, tutta la gente, me compreso
che non prego (forse), ma guardo, prendo
riporto, torno a guardare quelli
che adesso scendono morti, in acqua,
come a pulirsi, come a lavarsi
con cura e grazia e attenzione
per chi c’ha lasciato qui a pregare
3.
Nel flusso costante di questa gente
che prega, che lavora, che mangia
e canta e cucina e pulisce
verdure e mi sorride gentile
nel vedermi passare, ombra senza
senso (per loro), senza importanza,
straniero che viene e che va, senza
capire (solo intuire) e prende,
riprende e a casa poi dice: India
4.
L’India, ecco, è nei silenzi (pochi)
e nel frastuono di voci, nei teli
e nei colori infiniti, nei bimbi
assetati di soldi e quattrini
in una umanità dispersa eppure
estremamente presente, presente
5.
Nel grande fiume che scorre e rimanda
ricordi di chi già allora qui venne,
qui dove la luce si tocca, quelli
che a scuola questo imparavano
l’acqua e il fuoco e l’aria e la terra
elementi primi, anima e sangue, respiro sottile,
nostra madre lontana.
6.
Si parte, si arriva, si torna
come se per tutti fosse destino
andare e tornare, moto celeste,
discesa e ritorno, male che scoppia,
umanità dolente s’attarda
(o forse è soltanto fatta così)
sul fiume che spazza e pulisce
certezze
vento ch’allunga i capelli
e gioca e spinge teli volanti
ch’avvolgono donne e bambini
in un fragile fondale di lino
7.
Un uomo mi guarda e si offre, vecchio,
al mio scatto che ferma: quanti anni?
gli chiedo. silenzio. Mi guarda.
Mio padre in certi momenti
Dolore muto corrente? (crescente?)
vento che corre sul fiume che danza
suoni di gente lontana
disteso un corpo scivola in acqua
8.
Ecco il dio che tutti adoriamo
per propria natura invadente
come pubblica madre che torna
e ci dona uno sguardo bambino.
Si ama senza capire. Dopo, semmai.
9.
Il bianco colloso degl’edifici
si confonde coi colori gentili
delle donne che leggere passano
per via indaffarate nel cercare
la vita oltre lo sporco. Calcutta,
o Kolkata, è folla stipata in
umidità soffocante e risciò.
10.
Sui marciapiedi pestano uomini
i piedi in pozze d’acqua che corre
lavandosi il corpo e trovando
vana frescura. Inattesa giunge
la pioggia che presto finge cascate
e fiumi per strada. Cammina e corre
la gente come se nulla accadesse.
11.
E’ festa a Calcutta perché la dea
è tornata alla casa natale
dopo aver vinto, armata dal dio,
il male e tutti per lei corrono
al fiume per immergervi simboli
e cose e la città s’illumina
piena al chiarore di piccoli lumi.
12.
Gente riposa
al respiro del fiume
che lento canta.
Le fotografie mi hanno dettato queste righe.