Il film sembra proprio un film di Woody Allen, anche se i titoli di coda ricordano che è stato scritto da Tuturro (che ne è anche regista) e che Woody ne è solo un interprete.

La storia racconta di due uomini che rimangono senza lavoro stabile. Uno dei due, il più anziano, a conoscenza della attitudine dell’altro nei confronti del bel sesso, gli propone di diventare un gigolò per signore ricche, mentre lui, il più vecchio dei due, gli farà da “manager”.

La prima signora ricca è una sfavillante Sharon Stone, che grazie a madre natura e a qualche sapiente aiutino fa proprio la sua bella figura. La seconda è l’amica di lei (a me non nota in altri film), aggressiva da far letteralmente paura ad un maschio timido quale son io. Tra tacchi, trucco e guepiere la ragazza, visibilmente più giovane della sullodata Sharon, vuole la sua fetta di torta, essendo quest’ultima quel gran gnocco (?) di Tuturro. Che in effetti nel film con le donne ci sa fare magnificamente: attende quando c’è da attendere, propone tanghi quando c’è da ballare, porta fiori esotici (essendo lui part time un fiorista) ed è un amante sopraffino quanto a durata e sapienza.

Detto questo il film ahimé è meno ambizioso di quanto avrebbe potuto essere, sia nella parte sociologica (approfondisce poco o punto la crisi economica dei due o lo strano menage coniugale di Woody Allen), sia sul versante comico (la scena del tribunale ebraico avrebbe potuto essere di comicità devastante): si lascia vedere, provoca qualche risata, fa largamente sorridere e di conseguenza non convince né come commedia sentimentale, nè come commedia comica.

Tuturro è bravo, Woody Allen è bravo, così come sono bravi tutti e tutte., ma il film, come detto, è gracilino. Peccato perché materia ce ne era e quel poco di sceneggiatura che sostiene il film lascia intendere che Tuturro come autore cinematografico potrebbe fare davvero di più.

 

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