Da Giotto in poi (ma una grande mano nella definizione della questione è venuta da Caravaggio e compagni) è noto che uno dei maggiori temi della pittura è lo spazio, quello che Stella a proposito proprio di Caravaggio definì “lo spazio pittorico”.
La gestione dello spazio pittorico nell’ambito di un linguaggio tradizionale aveva componenti chiare ed evidenti: le figure umane o animali e la loro relativa ambientazione facevano sì che la pittura avesse chiare relazioni con la geometria euclidea e ne fosse, come dire, la “bella copia”.
Il passaggio dallo schema classico su sfondo piatto, tipico dell’antichità e del medioevo, a composizioni più complesse e articolate svolte via via secondo diagonali o figure geometriche quali il triangolo ha comportato una evoluzione del gusto e della capacità di percepire lo spazio pittorico durata secoli. Si pensi a questo proposito come solo agli inizi del novecento alcuni hanno proposto composizioni basate esplicitamente sulla circolarità o sulla mancanza di un centro evidente. Penso ai lavori di Kupka o di Chagall.
L’annullamento dello spazio pittorico, o, meglio, la sua rarefazione, è stato uno dei meriti di Malevic, da cui Rothko ha tratto enormi benefici.
Ora che in questo insieme la percezione della presenza di uno spazio pittorico ben definito e presente nelle opere di arte moderna e contemporanea sia ancora vacillante in gran parte del pubblico non mi pare un grande elemento di sorpresa.
Se per far digerire che il personaggio principale non fosse posto al centro del quadro, ma in una posizione altrettanto essenziale, ma meno convenzionale ci sono voluti secoli, possiamo ben capire come le opere di Burri o di Capogrossi siano ancora largamente da capire e apprezzare da questo specifico punto di vista.
Ciò detto, vorrei tranquillizzare i tanti visitatori d’arte moderna o contemporanea: l’occupazione dello spazio pittorico e la sua gestione rimane anche nello opere che non hanno figure umane o animali di riferimento il problema della pittura.
La creazione di uno spazio nel quale chi guarda possa entrare e soggiornare con lo sguardo è, da questo punto di vista, il problema della pittura.
















