L’altra sera abbiamo assistito alla Sala Grassi del Piccolo Teatro all’opera di Pascal RambertPrima“.

Questa viene presentata come il primo tassello di una Trilogia che verrà rappresentata nei prossimi anni.

Due ore senza intervallo, sostenuti dalla bravura notevolissima (e ben nota) di Anna Bonaiuto, Sandro Lombardi e, in misura minore, Anna Della Rosa. La compagnia è completata da Marco Foschi e Leda Kreider, che hanno convinto meno.

Due ore senza intervallo, dicevo, accompagnati da un testo sulla vecchiaia e sull’amore composto da dieci lunghi monologhi recitati a turno dai diversi attori, più una parte corale, posta a metà della rappresentazione.

Il testo, salvo i due monologhi iniziale (Anna Bonaiuto) e finale (Sandro Lombardi), è scadente e ripetitivo. Basti dire che ad un certo punto un gruppo di spettatori è uscito e rientrato in sala, mentre un altro a tratti sghignazzava nonostante il recitato parlasse di ferite, sangue, pelle lacerata e parole di fuoco.

Si parla di una compagnia teatrale che diretta dal capocomico e regista Sandro Lombardi deve rappresentare non si sa bene quale opera ispirata al trittico di Paolo Uccello. Dovrebbe trattarsi di prove, quindi, ma la prova in realtà è una sola (quella corale a metà dello spettacolo), mentre il resto sono lamentazioni sull’età e sull’amore dei cinque attori. Anna Bonaiuti ha amato ed ama ancora Marco Foschi, il quale però nel frattempo convive con Anna Della Rosa, ma per sovrammercato si è innamorato di Leda Kreider. Le due, a loro volta, sono sconvolte l’una dall’essersi resa conto che Marco anela a Leda e l’altra, Leda, da una passione così disperata da essere assai prossima alla pazzia. Se ci si aggiunge che anche Sandro è stato l’amante di Marco il quadro è chiaro.

Viene da chiedersi (anche alla luce di altre testimonianze simili): ma i teatri e il cinema sono tutti palcoscenici di amori promisqui? Si scopa allegramente e tragicamente tutti contro tutti?

A parte queste mie scemate, il testo è noioso e ripetitivo, con la bizzaria delle attrici giovani fatte recitare a piedi nudi, uniche nella mini compagnia teatrale. Quale il motivo di questa scelta? Forse solo quella di farci chiedere il motivo di una tale scelta.

In sintesi: non vale il biglietto. Andate solo se afflitti da potente insonnia e, al contempo, da una qualche sordità: il testo è noioso e fa dormire, ma gli attori urlano per larga parte dello spettacolo e questo disturba il sonno.

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