Preceduta da una critica sul Corriere della Sera non generosa, qualche sera fa siamo andati a vedere Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller nella interpretazione di Massimo Popolizio.

Dicevo che la critica del Corriere non mi è parsa generosa. La rappresentazione a me è sembrata ben fatta, molto ben fatta. con un racconto teso, sintetico, ben recitato.

Unico punto debole è l’iniziale recitazione di Gaja Masciale, cui è stato evidentemente imposto sia un tono acuto che ripetuti accucciamenti, posa mai vista assunte da nessuna componente del genere femminile e poco anche da quello maschile.

Per il resto la storia dell’emigrato italiano a New York che non riesce ad accettare che la nipote Catherine sia diventata donna e possa e voglia avere una vita propria è ben interpretata.

Le vicende dei due cugini siciliani entrati illegalmente negli Stati Uniti e ospitati a casa del protagonista, con i loro diversi obiettivi (uno vuole lavorare, risparmiare e tornare in Sicilia da moglie e figli, mentre il secondo, più giovane, negli States vuole rimanere a vivere) è evidentemente molto attuale e ricordare quanto la storia dell’emigrazione illegale sia una parte essenziale di quella che qualcuno ama definire l’etnia italiana.

Una scenografia e una rappresentazione in bianco e nero coerente con quella che è stata definita una tragedia greca scritta ai giorni nostri.

Vale il biglietto.

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