Giovedì siamo andati a vedere The Country al Piccolo di Milano, con la Morante, Alberti e Ugomari Di Blas per la regia di Andò.
Il testo è bello (di Martin Crimp), molto bello. Salvo la chiusa finale, lunga e noiosa (e anche inutile), durante la quale un accenno di sbadiglio e sonno ahimé mi è sfuggito, i dialoghi tra i tre protagonisti sono intensi, ironici, davvero ben scritti.
Racconta la storia di una fuga che è un inseguimento. La fuga di una lei (la giovane amante) e l’inseguimento di loro due (i coniugi con figli), inseguimento del marito nei confronti dell’amante e della moglie nei confronti del marito.
Come sempre nelle fughe il dramma si consuma al suo termine, quando la fuga è fallita, l’inseguimento riuscito e c’è da affrontare il domani.
Storia di sesso, amore, devianza, davvero, ripeto, ben descritta dal testo e ben recitata. Spiace a tratti una certa monotonia nell’impostazione vocale della Morante, che non sa trovare tra le proprie corde squilli o profondità che forse, in alcune scene, sarebbero state opportune (ma in parte è un giudizio ingeneroso). Bravissimi Alberti e la giovane Ugomari.
La regia asciutta, ben ritmata, ben illuminata, ben diretta.
Bene, bravi, bis.
Ho visto lo spettacolo l’inverno scorso a Napoli, mi ritrovo con le tue osservazioni. I dialoghi sono belli e serrati, stranamente anche l’allestimento “spartano” è lodevole, ma forse proprio la Morante che dovrebbe essrre il punto forte è monotona, assume una cadenza isterico-nervosa dal tono piatto che appesantisce un po’ il tutto. Ma resta di datto che si tratta di un buon spettacolo, sarà pure per la attualità sociale del tema…