Tre cuori è un film francese, tipicamente francese, di Benoit Jacquot, regista da noi non particolarmente noto, ma con all’attivo almeno una quindicina di film.
Il film, piacevole, si snoda lungo un classico crinale melodrammatico, citando Truffaut e Sliding Doors, regalandoci la storia di tre persone per bene travolte dal sentimento.
Il protagonista, integerrimo ispettore delle tasse (quanti personaggi di film e commedie francesi fanno questo mestiere!), in piena crisi sentimentale e grande amante delle donne cerca e trova e cede al fascino notturno di Silvie (la Gainsbourg, afflitta per tutto il film da un evidente reggiseno nero indossato quasi immancabilmente sotto camicette bianche semitrasparenti – ahimè niente di sexi, solo trascurato) camminando in lungo e in largo attraverso le strade di una ignota cittadina francese di provincia. Finiscono per darsi un appuntamento a Parigi a cui lui, trattenuto dal lavoro, non riesce a presentarsi. Lei delusa se ne torna a casa e pochi giorni dopo accetta di trasferirsi negli Stati Uniti col suo compagno, non particolarmente amato.
A quel punto il protagonista incontra e seduce inconsapevolmente la sorella di Silvie, se ne innamora e la sposa, scoprendone pian piano la relazione familiare. Qui, c’è una prima crasi: lui (ma anche lei dall’altra parte dell’oceano) pur essendo persone per bene e limpide non confessano a nessuno questa loro precedente e relativamente innocente conoscenza. Perché? Perché al cuor non si comanda, evidentemente.
Fatto sta che il dramma si avvera quando Silvie torna dall’America e i due vanno (tornano?) a letto, o, meglio, scopano dove possono, in caverne, nella casa degli attrezzi, forse in prati umidi e notturni, fino a ché progettano e realizzano un breve viaggio insieme che ovviamente non può non far svelare alla famiglia la cosa.
Come dicevo il film è carino e si regge bene. L’attore è bravo e nella parte (anche se un pochino più belloccio forse avrebbe reso più plausibile questo suo fascino irresistibile sulle signore), Loro, le due sorelle sono tanto brave da farne dimenticare la normalità (confesso: per tutto il film mi sono chiesto come fosse possibile che da uno splendore di donna come Catherine Denueve che qui fa la madre delle sue sorelle potessero essere uscite due, posso dirlo?, bruttine coma la Gainsbourg e la Mastroianni – quest’ultima sono certo avrebbe preferito prendere i connotati materni invece che quelli evidentemente paterni). Un’unica inezia: avrei apprezzato un maggior rigore nelle evoluzioni cardiache del protagonista, che nella prima parte sembra morente per continue tachicardie e infarti, per tutto il film è un operoso e instancabile amante della moglie e torna ad essere malaticcio e tachicardico quando inizia nuovamente la relazione con Silvie. Ma forse questa mia critica si deve solo alla mia ben nota ignoranza medica e gli infarti e le tachicardie vengono e vanno davvero quando uno è dannatamente innamorato.
Tre persone qualunque, appunto, travolte dal cuore.