La mia amica Mariangela Pattarrozzi scrive:
Incuneata nell’estremo sud della Repubblica Popolare Cinese, la provincia dello Yunnan confina con Birmania, Laos e Vietnam lungo il confine meridionale mentre la sua punta estrema occidentale si trova a lambire il Tibet.
La sua popolazione è molto variegata: venticinque dei cinquantasei gruppi etnici riconosciuti della Cina si trovano nello Yunnan. Qui vivono infatti una miriade di popolazioni normalmente denominate “minoranze” (in cinese “minzu”) le quali hanno sempre abitato la regione da tempo immemore e che spesso parlano lingue molto più prossime al thailandese, al birmano o al tibetano e, quindi, non sono intelligibili con il cinese nonostante l’appartenenza al medesimo ceppo.
Gli Han, il gruppo etnico principale della Cina, è solo circa la metà degli abitanti dello Yunnan e l’esito di migrazioni recenti. Popolazioni di etnia Bai, Yi e Hui sono prevalentemente concentrate nella regione di Dali. Le donne Bai hanno mantenuto i loro vestiti tradizionali: si vestano in tuniche rosso brillante, grembiuli multicolori e cappelli complessi con molti fiocchi, nastri intrecciati e tessuto nei capelli. I costumi variano molto a secondo dello stato civile e dell’età. Le donne sposate e anziane si vestono di blu.
Le minoranze Naxi, etnia di lingua tibeto-birmana, sono invece concentrate nel distretto Naxi il cui capoluogo è la splendida città di Lijiang. Mentre popolazioni tibetane sono concentrate nel distretto montuoso di Shangri-La.
Anche dal punto di vista religioso, lo Yunnan è un luogo unico dove si incontrano culti di ogni tipo, alcuni più prossimi alla nostra idea di “religioni animistiche”. Elementi di taoismo, buddhismo e confucianesimo si mescolano con il culto di divinità e protettori locali chiamati benzhu: ogni villaggio ne venera uno proprio in templi a lui dedicati. L’influenza del buddismo, quello tibetano, si è fatto sentire specialmente nella parte occidentale del suo territorio di Shangri-La dove vi è il più grande monastero buddista tibetano in Yunnan conosciuto come il Piccolo Palazzo Potala.
Un itinerario magico completamente al di fuori della Cina classica.