Da un anno e più dipingo paesaggi. Li ho sempre dipinti, ma da tempo è diventata quasi una ossessione.
Dipingo paesaggi per ricordare la stupore del creato, la meraviglia del creato, la violenza del creato. Ciò che oggi c’è e domani, se continuiamo così, forse non sarà più.
La natura, al risveglio, la mattina, è gentile e non spaventa. Quando rannuvola non minaccia. Poi d’un tratto atterrisce. At-terrisce. Ci schiaccia a terra. Ci ricorda la terra. La polvere. Le pietre.
Dipingo. Poi in una pausa leggo: “il mio ideale in pittura è sempre stato la trascrizione più esatta possibile delle impressioni più intime che mi suscita la natura. …” A scriverlo è Hopper in uno delle sue rare Note sulla pittura.
Come non condividere questo ideale?