Mario Rocca mi manda questo racconto (le illustrazioni sono sue)
Uscì dal portone, si fermò, un soffio di aria fresca lo accarezzò. Alzò lo sguardo a guardare il cielo, era terso azzurro non come i giorni precedenti umidi e appiccicaticci. Salutò la signora del piano di sopra che stava entrando nel portone e si incamminò verso la sua solita passeggiata da pensionato.
Quel giorno arrivò sino al lungo fiume.
Era proprio una bella giornata, il sole del mattino incominciava e creava riflessi sull’acqua. Si sedette su di una panchina e rimase incantato a guardare lo scorrere lento dell’acqua. Fin da ragazzo gli era piaciuto il fiume. Gli venne in mente quando con i suoi amichetti a piedi nudi entravano dentro per prendere le anguille che si nascondevano sotto i sassi.
Di colpo sentì una presenza vicina.
Ebbe un soprasalto. si voltò a guardare, dall’altro lato della panchina si era seduta una donna senza che lui se ne accorgesse, tanto era preso dai suoi pensieri.
Esile minuta, con un vestito che gli arrivava quasi ai piedi, di un colore grigio scuro, se ne stava curva tenendosi le mani.
Lui fece finta di nulla e ritornò a guardare le luci dell’acqua.
Dopo poco sentì un singhiozzo, si voltò e quel piccolo corpo vicino a lui tremava.
“Signora si sente male?”
La donna senza voltarsi fece un cenno con la mano, come per dire niente.
“Ma signora posso fare qualcosa, le chiamo qualcuno.”
Lei si voltò. Il suo viso era magro, smunto, gli occhi chiari celesti, pieni di lacrime e intrisi da una tristezza profonda.
“Signore, non abbia paura.”
Giovanni rimase stupito da queste parole. Rispose: “Sono solo preoccupato per lei.”
“Non faccia caso a me, sono spesso così. Sono stanca, troppo stanca. Sono al limite, i miei nervi non mi sorreggono più, piango ogni istante.”
“Non so che dirle, che lavoro fa, cerchi di riposare, non si può scherzare con la vita.”
La signora rimettendosi a piangere “Dice bene lei, ma il mio lavoro non mi da tregua. Fosse un lavoro che ho cercato io, beh, direi, l’hai voluto e adesso te lo tieni, ma non è così. Vai da una porta , poi corri dall’altra senza tregua. La gente che incontri ti guarda male, cerca di svicolare, ti disprezza. Lei dice bene di riposare, ma il tempo non me lo permette. Lui mi ha imposto questo dannato mestiere, io volevo far tutt’altra cosa. Non so, per esempio, la cuoca, far da mangiare e poi vedere le facce contente della gente intorno ai tavoli. Oppure l’ostetrica: far nascere i bambini. Questo sì sarebbe stato il mio sogno. Invece no, il capo ordina e tu devi obbedire. Lui ha sempre ragione, o meglio, crede di averla, perché secondo me sbaglia anche lui come tutti, ma prova a dirlo, lui si offende e si arrabbia e non sai quello che può capitare … ti fa soffrire pene dell’inferno. Devo correre come una pazza. Il lavoro è tanto e adesso ci mancava il covid.
“Questa epidemia non ci voleva, siamo tutti fragili indifesi davanti a questo virus. Poi le chiusure le mascherine, meno male che posso ancora venire a passeggiare sul lungo fiume.” rispose Giovanni.
“A me la mascherina non serve.”
“Ha già avuto….”
“No sono immune a qualsiasi cosa. Sempre il capo che ha deciso così, sennò non posso fare il mio lavoro. Il fatto è che vai da un ospedale all’altro giri, giri senza sosta e dappertutto volti grigi terrorizzati, proprio non ci voleva.”
Si voltò verso il fiume pensierosa poi si alzò e salutò Giovanni.
“Grazie della gentilezza di aver parlato con me, non sono in tanti che lo fanno, ma ora devo proprio andare. Se quello se ne accorge che mi sono fermata un attimo chissà cosa succede. Arrivederci.”
Giovanni si alza tende la mano: “Signora non ci siamo neanche presentati, io sono Giovanni…Giovanni Delucchi.”
Una mano lunga e fredda strinse la sua.
Con una voce diversa da prima la signora rispose: “Io sono la morte”
Giovanni restò immobile, incredulo, gli occhi gli si sbarrarono, la bocca gli si aprì in un gemito muto.
“No, non abbia paura non sono qui per lei. E’ stato un caso questo incontro. Ci vedremo ancora, certamente. Arrivederci.”
Giovanni sempre scioccato la guardò andare.
La morte fece qualche passo poi si voltò e disse: “La prossima volta che ci incontriamo non mi porti rancore, io eseguo solo gli ordini del capo.”
