Alba di un mondo nuovo è un’immagine fin troppo abusata. Ciò che abbiamo di fronte grazie alle innovazioni di cui di continuo si parla (transizione ecologica, cibo sintetico, intelligenza artificiale, ecc) è certo un mondo nuovo, ma quella che stiamo vivendo non è l’alba, ma semmai il tramonto di quello vecchio.

La notte è di fronte a noi e le prime oscurità hanno iniziato a ricoprire le nostre città. Le luci che intravediamo non sono i primi raggi del sole, ma i bagliori e gli squassi di fulmini e tuoni che sempre con maggiore frequenza e intensità scuotono l’aria.

Terminata la notte cosa troveremo è di incerto confine, proprio come all’orizzonte le colline e le montagne fremono illuminate per la rifrazione dell’aria.

Ci saremo tutti? No, proprio non credo.

Già adesso in questo primo imbrunire uomini, donne e bambini cadono colpiti da mani amiche, nemiche o semplicemente ignare e sempre più ne cadranno come peraltro è sempre accaduto quando i regni si sono scontrati.

E in questo nulla cambia se i regni sono quelli dell’Occidente e oriente, del nord contro il sud del mondo: oggi lo scontro più cruento e crudele è tra ieri e domani e l’oggetto della contesa, il terreno da conquistare è ciò che l’uomo può fare e chi lo farà.

Auguri

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