All’inizio dipingere è sempre stata una attività apparentemente semplice. Uno vede qualcosa, la disegna, la colora. Punto.
Poi ci si accorge che il contenuto del quadro è importante, ciò che si dipinge, il tema.
Poi ci si accorge che la costruzione del quadro è importante, la scenografia, i rimandi che ogni parte della composizione ha con le altre, i rapporti di peso che ogni parte del quadro ha con gli altri.
Poi ci si sofferma sui materiali e sul loro uso convenzionale e non convenzionale.
Alla fine un quadro è un progetto, una visione che man mano cresce e si articola e si amplia, fino a crescere nella testa e tra le mani di chi dipinge. Al termine esiste una creatura dotata di vita propria, di un proprio spirito e di un proprio corpo, spesso solo lontana parente di chi la ideata.
Quali sono quindi gli elementi primari? Spazio, materiali, tema, colori, disegno. Licini diceva che il segno era la volontà e il colore il sentimento. Ma l’uno è l’altro, forma e sostanza sono la stessa cosa. la fusione è la regola, perché lo scopo, come detto, è far nascere qualcosa che abbia una propria identità ben distinta e distinguibile, che stia in piedi e sappia camminare con le proprie gambe.
tutto questo pensavo e penso stamani riprendendo il pennello.
Non v’è alcun dubbio che quello che dopo ti ritrovi di fronte è solo il frutto di un coacervo di forze sostenuto da un’idea iniziale molto probabilmente completamente mutata dalla tua volontà che a mano a mano ha preso forza e vigore diventando altro… rappresentazione, ma sempre espressione di questa realtà!
PS Grande Osvaldo Licini, trovo le sue opere di una tragica bellezza inequivocabilmente emotive… come al solito però non rientrando nel grande circo del mercato artistico… contina a restare un autore di nicchia (seppur qualche buon prezzo lo ha spuntato). / Ho comprato in questi giorni un romanzo che narra della sua vita: L’Amalassunta di Pier Franco Brandimarte
proprio così lois