Come generalmente noto Paul Klee nacque da una famiglia di musicisti e fu un ottimo violinista lui stesso, sposando una pianista.

La musica quindi ebbe una importanza fondamentale non solo nella sua formazione, ma anche in quella che una volta si definiva Weltanschauung.

Ciò nonostante volle essere pittore e dedicò allo studio della pittura lunghi anni della sua giovinezza.

Nel 1960 la casa editrice Il Saggiatore, fondata due anni prima da Alberto Mondadori, pubblicò la versione italiana dei Diari di Klee usciti tre anni prima in Germania.

Sono quattro diari che suddividono i ventanni totali in tre periodi da due o tre anni, mentre il diario numero 3 compre dodici anni.

Al di là degli aspetti più personali, queste note delineano con chiarezza il lungo percorso di studi che ha condotto Klee ai suoi vertici.

All’inizio del diario numero tre (3/6/1902 – Klee ha ventiquattro anni) due leggiamo: “Un severo bilancio delle mie faccende come artista figurativo non è stato incoraggiante. Non so come, tuttavia, continuo a sperare.”

A fine 1908 o inizio 1909 (trentanni) Klee scrive: “La natura può permettersi di essere prodiga in tutto, l’artista deve essere economo fino all’estremo. La natura è loquace fino ad essere confusa, l’artista sia ordinatamente riservato. Inoltre è essenziale per il successo non cercare di elaborare un’impressione figurativa precostituita, ma abbondanarsi interamente a ciò che si viene via via dipingendo.” E ancora: “Volontà e disciplina sono tutto: disciplina di fronte all’intera opera, volontà per quanto concerne le singole parti.”

E date queste premesse non stupisce la successiva annotazione: “Alla Secessione ho visto otto quadri di Cezanne. Lui è il mio maestro per eccellenza, assai più di Van Gogh.”

Poi nel 1914 (trentacinque anni) il viaggio a Tunisi durante il quale scrive: “Un senso di conforto penetra profondo in me, mi sento sicuro, non provo stanchezza. Il colore mi possiede. Non ho bisogno di tentare di afferrarlo. Mi possiede per sempre, lo sento. Quest’è il senso dell’ora felice: io e il colore siamo tutt’uno. Sono pittore.”

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