Tra un sepolcro imbiancato e l’altro
dove le ombre degli ipocriti
aspettano pazienti
il cambio della maschera (mi dicono
che è gratis — e per questo
la fila è sempre lunga), do l’ultimo colpo
di pennello: cancello
le tracce lasciate dalle mani,
i lievi solchi delle unghie
che si spezzano
mentre si scopre la trappola, mentre
chi grida aiuto si accorge (troppo tardi)
che quello non era il posto dell’amore,
che lì non c’erano amici o volti buoni
in attesa, ma solo il ghigno (immobile
sotto il finto, immobile sorriso)
di chi ti spinge e si affolla
a chiuderti la lapide.
ben tornato Mason. Bel periodo anche per te, leggo.