In questo nostro tempo, avendo presente le separazioni a cui siamo costretti, ho pensato di capovolgere l’atto di creazione dei biglietti d’auguri che ogni anno produco, ricordando Vittorio Ugolini.
Gli altri anni dipingevo una serie di piccole opere che poi distribuivo ad amici, parenti e a quanti avevano avuto la bontà di acquistare e collezionare i miei quadri.
Quest’anno ho invertito il processo: ho dipinto un’unica opera (la collina di fronte al moo sgudio) che poi ho scomposto in 42 biglietti d’auguri. Un’unica opera scomposta, adesso, in 42 piccole opere.
Riflettendo su Benjamin e sulla società pop abbiamo avuto l’opera d’arte seriale, copie e copie, fotografie. L’uno ha generato i tanti, tutti uguali, però.
Anni dopo (qualche mese fa), probabilmente sempre avendo in testa lo stesso concetto, Banksy ha tentato di distruggere una sua opera appena battuta all’asta, facendone mille striscioline. Non c’è riuscito (non ha voluto riuscirci) dando vita al suo unico pezzo davvero unico.
Nel mio modesto caso, l’aura viene sezionata in 42 ariette, ognuna diversa dall’altra in un puzzle non riconducibile ad unità.
Auguri a tutti, amici e incauti lettori di questo blog.

